«Questa è una vittoria del buon senso perché già il ministero aveva autorizzato l’uso terapeutico e l’Abruzzo lo ha disciplinato», ha detto il consigliere regionale Maurizio Acerbo (Prc), promotore e primo firmatario della legge. «Perfino Giovanardi – ha proseguito oggi – è favorevole all’uso medico dei cannabinoidi, ma queste buone intenzioni fino ad oggi non erano operative». Secco no, quindi, a «pregiudizi oscurantisti» dal segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, sottolineando che «con le leggi regionali stiamo cercando di colmare il vuoto normativo». I farmaci a base di cannabinoidi, ha detto «si devono poter produrre in Italia e a basso costo per il Servizio Sanitario che ha il dovere di erogarli a chi ne ha bisogno su tutto il territorio nazionale».
Di una «prima buona notizia» circa «il diritto di cura» parla il capogruppo Sel in Commissione Giustizia, Daniele Farina, relatore delle proposte di legge di modifica del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e primo firmatario della proposta di legge sulla regolamentazione della coltivazione domestica della cannabis. «Nel mondo – prosegue l’esponente di Sel – la tendenza è legalizzare il consumo e la vendita, sia per fini terapeutici che ricreativi. L’Italia, che su questo è in ritardo, non perda anche questo treno. Dopo la recente sentenza della Consulta sulla legge sugli stupefacenti, è ora possibile varare una normativa di reale contrasto al narcotraffico e alle organizzazioni criminali. Mi auguro – conclude Farina – che la Camera approvi la modifica della legge sugli stupefacenti, il cui iter riprende la prossima settimana in Commissione Giustizia, nel più breve tempo possibile consentendo l’uso terapeutico, quello ricreativo, ma soprattutto la possibilità per i malati di coltivarla per uso personale».
In particolare, secondo la legge promulgata in Abruzzo, in base al piano terapeutico redatto da un medico specialista, i cannabinoidi potranno essere prescritti anche dai medici di base. «Affidare anche ai medici di base la prescrizione dei cannabinoidi per le cure terapeutiche, è una scelta strategica della nostra legge», ha detto Acerbo spiegando che un altro degli aspetti qualificanti «è la possibilità di trattamento anche domiciliare». La `legge Acerbo´ prevede inoltre che la Giunta regionale possa stabilire convenzioni con centri attrezzati per la produzione e la preparazione dei farmaci. L’iter di approvazione regionale è partito l’11 settembre 2013 mentre la promulgazione è del 4 gennaio scorso. A presentare il progetto di legge `Modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche´, era stato, oltre che il consigliere di Rifondazione Comunista, il consigliere Antonio Saia (Pdci) e lo avevano sottoscritto anche i consiglieri dell’ allora Pdl, Riccardo Chiavaroli e Walter Di Bastiano.
Sono 9 gli articoli della legge. Il testo del provvedimento disciplina sia gli ambiti di applicazione che le modalità di somministrazione. Stabilisce inoltre regole per la verifica, attraverso periodici monitoraggi, dell’applicazione delle disposizioni in particolare per il consumo sul territorio regionale dei medicinali cannabinoidi distinguendo i medicinali importati dai preparati galenici magistrali e prevedendo la periodica trasmissione dei relativi dati alla competente Direzione Politiche della Salute. Inoltre la Giunta regionale trasmette alla competente commissione consiliare, entro un anno dall’entrata in vigore della legge, e poi con cadenza annuale, una dettagliata relazione sull’attuazione per quanto riguarda il numero di pazienti trattati con medicinali cannabinoidi in ciascuna azienda sanitaria della regione, distinti per patologia e per tipologia di assistenza; eventuali criticità e disomogeneità di applicazione della legge sul territorio regionale e difficoltà inerenti l’acquisto e l’erogazione dei medicinali cannabinoidi.